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L’artrosi (o osteoartrosi)
è una patologia degenerativa
delle articolazioni legata
al progressivo deterioramento
e usura della cartilagine
e alle modificazioni
a carico delle strutture vicine, soprattutto dell’osso.
L’artrosi è una patologia
molto diffusa, probabilmente
la più comune in assoluto
dopo i 65 anni.
In Italia ne soffrono milioni
di persone e il numero è destinato
a crescere a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.
Inoltre, la sua origine può derivare anche dalla frequente stimolazione
e sollecitazione meccanica delle articolazioni, colpendo così anche
soggetti sportivi o molto attivi.
Le localizzazioni più diffuse
e frequenti dell’artrosi
sono mani, anca, ginocchio
e colonna vertebrale.
Nello sviluppo dell’artrosi si
distinguono in genere due tipologie
di fattori di rischio: i fattori
modificabili, legati allo stile di vita e, quindi, prevenibili, come
il sovrappeso e l’obesità, i traumi
e le ferite articolari e alcune
attività lavorative;
i fattori non modificabili come
la predisposizione genetica, l’appartenenza al sesso femminile
e l’età avanzata.
I segni clinici fondamentali
dell’artrosi sono il dolore, la rigidità
e la progressiva limitazione funzionale, che può associarsi
a deformazioni di varia entità.
Quando compaiono i primi sintomi,
è importante rivolgersi al
medico di fiducia.
La diagnosi di osteoartrosi si basa
sulla raccolta della storia clinica
del paziente e sulla valutazione
dei sintomi (anamnesi),
accompagnata da un adeguato
esame obiettivo
(la visita vera e propria).
In seguito, viene richiesto
l’esame radiologico. L’immagine radiografica mostrerà i principali
segni dell’artrosi: la presenza
di osteofiti, ovvero le escrescenze
di tessuto osseo localizzate
sulla superficie ossea e la riduzione
dello spazio articolare.
L’osteoartrosi è una malattia degenerativa con acutizzazioni dolorose. Pertanto, la terapia deve
da un lato controllare il dolore
e dall’altro rallentare
il processo degenerativo articolare. Oggi sono disponibili nuove terapie
in grado di contrastare i deficit cartilaginei, favorire i processi
riparativi spontanei
e controllare efficacemente il dolore.
Sarà il vostro medico a suggerire
il percorso terapeutico migliore,
a seconda del grado e della localizzazione della malattia, affiancandolo ad alcuni
suggerimenti per migliorare
lo “stile di vita”, come perdere
peso se necessario
e fare dell’esercizio fisico aerobico leggero (nuoto, acquagym, bicicletta),
che non comporti lo sforzo dell’articolazione dolente.
Le linee guida ESCEO, propongono uno schema basato su diversi scenari terapeutici
che in presenza o meno di persistenza di sintomatologia, suggeriscono approcci progressivamente
più incisivi a partire da trattamenti non farmacologici via via più importanti
(fisioterapia, terapia infiltrativa con acido ialuronico, ecc.), passando a terapie farmacologiche
più strutturate (condroprotettori, antinfiammatori, oppioidi deboli);
e in ultima istanza a procedure chirurgiche fino alla sostituzione protesica laddove necessario.
TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
TERAPIA CHIRURGICA
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